Se fino all’ultimo decennio, le tecnologie digitali sono state utilizzate per analisi, più o meno specialistiche, funzionali mirate alla conservazione e al restauro del patrimonio culturale, e non finalizzate alla valorizzazione fruitiva dello stesso patrimonio, oggigiorno la pervasività delle nuove tecnologie di interazione ne ha esteso le possibilità di utilizzo in settori affini al patrimonio turistico in generale, contaminando tutti i luoghi della cultura. Uno scenario futuro non troppo lontano che esige, in meglio, un ripensamento più efficace delle soluzioni di promozione già messe in atto.
La sfida è quella di ribaltare il rapporto univoco tra patrimonio culturale e visitatore, offrendo, nuovi processi di interazione come valore aggiunto per la comunicazione e la loro fruizione. L’intento finale è quello di allestire nuove “rappresentazioni” di contenuti culturali che siano in grado di offrire modalità meno ordinarie di approccio alla scoperta e alla conoscenza dei nostri luoghi. Così nasce il progetto Open Door; un nome dal significato semplice ed immediato: porte aperte al pubblico per un viaggio insolito ed imprevedibile capace di cambiare la vita delle persone. Perché la conoscenza cambia sempre la vita delle persone.
Il tour virtuale è uno tra gli strumenti che ritengo ormai indispensabile per la promozione del territorio e della destinazione turistica. Un piccolo assaggio che induce il turista nel desiderio di una visita reale a cinque sensi e spinge chiunque si occupi della valorizzazione del proprio territorio ad incrementare sostanzialmente l’interesse e l’appeal di una destinazione. Non solo si fa amico il turismo sostenibile, ma offre integrazioni con occhiali VR, informazioni aggiuntive, dettagli specifici e multimedia dinamici, capace di diventare uno strumento da utilizzare in situ completo ed efficace per la diffusione massima del nostro patrimonio.